martedì 26 febbraio 2013

Noi siamo infinito



NOI SIAMO INFINITO.

Noi siamo infinito è davvero una bella sorpresa. Inizia come un film sulle difficoltà adolescenziali dell'impatto con la high school, quindi diventa una storia sull'amicizia e infine si trasforma in un racconto adulto, su ciò che ti segna nella vita ma non ti determina.
L'amico a cui il protagonista scrive (forse immaginario, come ipotizza lui stesso) si rende subito uno strumento utile a catturare l'attenzione e la simpatia dello spettatore, chiamato così ad accompagnare da vicino il giovane protagonista nel suo primo giorno di scuola, e a partecipare alle sue sensazioni. Al di là dell'uso reiterato che il cinema fa di questa modalità narrativa, il film riesce a mantenere sempre una certa delicatezza di sguardo, che lascia apprezzare pienamente i passi compiuti sia dal giovane che dai suoi futuri amici, nel tentativo di “scoprire” nuove persone e di superare, assieme, i propri problemi. E proprio in questa fase il film mostra la sua “straordinarietà”. Quando ormai ci sentiamo davvero consapevoli di quel che ha vissuto il protagonista, e sollevati da come le cose sono andate a migliorare per lui, il film cambia registro e ci rivela un dramma che ci sorprende, nello stesso momento in cui sorprende il protagonista; e l'effetto è veramente esplosivo.
La recitazione dei tre principali attori risulta fondamentale per la riuscita del racconto e sorprende vedere con quale abilità questi giovani interpreti riescano ad esprimere le molte sfaccettature sia del film che dei loro personaggi; in particolare Emma Watson sembra un'attrice navigata, truccata da teenager.


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