domenica 13 gennaio 2013

Cloud Atlas


                                                         Cloud Atlas TRAILER

CLOUD ATLAS.

Innamorarsi di questo film durante il suo prodigarsi tra una storia e l'altra resta assai facile, ma non inevitabile, eppure per farlo bisogno senza dubbio che lo spettatore si lasci alle spalle i molti dubbi che gli si parano davanti durante la visione. Ma non vi preoccupate di ciò, perché di certo vi verrà come un'azione involontaria, tanta è la frenesia del film.
La sceneggiatura punta a costruire una sorta di scala a chiocciola in cui le storie di diverse epoche si richiamano in un ordine sparso, che ci conducono però in una sola e precisa direzione, tenute assieme da molto più che la “evidenziata” reincarnazione dei personaggi. La voce della replicante sottolinea nei momenti delicati del film la presenza di un filo che unisce tutti gli esseri viventi; un azione buona o cattiva avrà certamente le sue conseguenze, in questa o in un'altra vita. I legami che i personaggi vivono non finiscono nella loro “storia”, ma danno vita ad altre ancora senza un ordine preciso, ma sotto la forza dell'universalità che si fa mito.

Ogni uomo nasce, muore e rinasce nei panni di un nuovo individuo, percorrendo i secoli e le ere. Le scelte compiute in una vita influiscono sulle esistenze altrui, presente e futura, in quanto tutti siamo collegati. Questo è il presupposto.
Ma cosa succede se un disegno preciso si nasconde tra le pieghe del Tempo, e una voglia sulla pelle ne diventa appunto segno? Il presupposto viene contraddetto; le decisioni che compiamo sono già previste da tempo e non possiamo più chiamarle “nostre”.
Il dilemma del libero arbitrio si ripropone, salvando il film da questo inceppamento e rendendolo a questo punto ancor più affascinante.




Ci sono volte in cui un film, così come un libro, riesce a cogliere i tratti fuggevoli del mito e ad acchiapparci dentro.
Cloud Atlas percorre cinque storie in cinque epoche diverse, dalla fine Ottocento sino a un ipotetico futuro, intrecciando tra loro le vicende di personaggi che per motivi vari e misteriosi si richiamano tra sé, rivelando allo spettatore un solo grande Disegno.
La reincarnazione si pone allora a fondamento di tutta la struttura del film, avviando un gioco continuo con lo spettatore, chiamato a riconoscere i volti degli attori sotto i più ostici costumi. Perché solo così possiamo davvero percepire questo tipo di legame.
Ogni decisione che compiamo influisce su chi ci sta attorno e su chi verrà dopo di noi, nel bene e nel male, perché tutti siamo uniti. Questo invece il principio chiave alla base di quest'opera, che sapientemente a livello di sceneggiatura è riuscita a sintetizzare la complessità del romanzo conferendosi una formula assolutamente originale.
Sembra impossibile di fronte a questa pellicola non pensare alla composizione di una sinfonia e dei suoi movimenti, come appunto accade in una delle storie con la scrittura della “Cloud Atlas” per sestetto di archi. E' impossibile altrettanto rallentare in quel misto di attenzione, concentrazione ed esaltazione, che il flusso di immagini ci pone di fronte per una durata di quasi tre ore, senza sosta.
Innamorarsi di questo tempo vi assicuro sarà facilissimo. Altrettanto lo sarà però rimanere con molte domande alla fine della visione (e non solo la prima volta), ma questo non ci deve preoccupare. Non avrà importanza di fronte ai temi universali:amore, amicizia, Fede, ingiustizia e rivalsa. Il mito appunto, che si fa vita e ago puntato al nostro essere Umani.
Ma se c'è un disegno preciso, come evidenziano le voglie sulla pelle dei personaggi, siamo poi davvero liberi di compiere delle scelte, o queste sono state già fatte per noi? Volontariamente o involontariamente, ecco anche il tema del libero arbitrio.

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