Le azioni che compiamo hanno le loro conseguenze, a volte prevedibili, a volte meno, ma il loro peso non cade solo su di noi ma anche sui nostri figli: questo, il messaggio del film. Come un tuono (A Place Beyond the Pines) racconta la storia di quattro vite riunite in due generazioni, e intrecciate tra loro come in una ragnatela, tessuta sulle scelte di vita dei loro protagonisti.
Derek Cianfrance opta per una struttura narrativa che si rifiuta di fare del “destino” l'elemento cardine del suo sviluppo, concentrata invece sull'essere umani-imperfetti dei quattro personaggi. Ne esce così un film interessante per capacità di osservazione, all'opposto rispetto (“beyond”) al thriller hollywoodiano e al suo principio fondante dell’intrattenimento. All’interno del tutto spicca in modo particolare la strategia della negazione del protagonista, che colpisce allo stomaco lo spettatore privandolo dell’ “oggetto” del suo affetto all'improvviso e inaspettatamente. E da qui si sviluppa il senso del film, giocato sul tema del “ritorno”, sia a livello formale che narrativo: dalle carrellate alle spalle dei protagonisti, alla scena speculare della donazione dei soldi, fino al tema finale del bosco e dei “pines” del titolo originale. Proprio là, in quel luogo (“place”) saranno gli uomini ancora una volta a determinare la propria strada, e non un destino pre-scelto da una forza esterna e superiore (tipicamente hollywoodiana).