THE MASTER.
A volte è davvero difficile dare un
senso a un film, ma pensandoci bene forse già dall’inizio ce ne
fornisce uno. Ancora alla fine infatti si fa fatica a capire che cosa
esattamente il protagonista offra da bere ai suoi “clienti”, e
nonostante alcune domande neanch’egli dà mai una risposta precisa.
Se non puoi capire cosa bevono non puoi
capire neanche il film.
Ora, diciamo pure che facciamo finta di
essere degli intellettuali e riusciamo a leggere in questa pozione
segreta una metafora di quella fede proclamata dal “the master” e
dai suoi adepti. Così alcune scene rivelano un certo significato, e
il tutto ci pare più interessante…
Il film resta comunque senza senso.
Non vuol dire che non sia chiara la
trama, perché si capisce che è la storia di una grande solidarietà
tra un uomo “perso” nel mondo ed un altro ancorato a una
finzione, ma non per questo meno perso dell’altro; e non mancano
certo dei momenti di forte emozione, che rimangono però confinati ai
personaggi, lasciandoci semplici testimoni.
È tutto il resto che non è né chiaro
né scuro, e ti lascia lì con la delusione di un viaggio mancato.
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