PACIFIC RIM, di Guillerme del Toro .
La Terra è attaccata da
enormi creature che escono da una breccia sotto l'Oceano Pacifico e
l'essere umano non può far altro che riunire le sue tecnologie per
costruire dei robot all'altezza della situazione.
Dopo il periodo
fumettistico di Hellboy
Guillerme del Toro si dedica stavolta al genere della fantascienza,
attraverso una storia vicina a molti cartoon giapponesi
degli anni Ottanta e che lascia ben poco spazio a qualsiasi sorpresa.
Pacific Rim non è
altro che il racconto della lotta tra robot
e mostri alieni che minacciano l'esistenza dell'essere umano, e che è
destinata a concludersi nel più classico dei modi. Eppure è proprio
il modo di fare le cose che spesso determina il successo o meno di un
prodotto, e in questo caso non si può ignorare la mano talentuosa
di questo regista, lo sporco “realistico” delle ambientazioni e
dei robot, la carica sentimentale di molte scene e una “chicca”
rappresentata dalla scena in flashback
della bambina attaccata da uno dei primi mostri. Se la linea
narrativa centrale è in definitiva quella di mille altri film, si
noterà però come al suo interno qualsiasi tema (dall'amore fraterno
a quello padre/figlio(a), dai nazionalismi all'ambientalismo) sia
trattato in modo leggero ma presente, capace di elevare queste due
ore e venti di puro intrattenimento a un prodotto più concreto e
godibile. La mano di un artista si vede, e nessuna gabbia, tematica o
di genere, riesce a nasconderla.
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